Un urlo echeggia e squarcia il silenzio della pandemia

 ‘I can’t breath’ come George Floyd

La Hope Running è solidale a questo urlo di dolore, come sono solidali tanti sportivi e tutte le persone che #restanoumane difronte al non rispetto del diritto alla vita di ogni essere umano, senza essere corrotti dal pregiudizio.

L’ urlo  ‘I can’t breath’ di George Floyd prima di morire, rappresenta la ribellione ai pregiudizio che dividono gli esseri umani tra chi vive e chi muore.

La singolarità dell’urlo ‘‘non posso respirare’‘ è strettamente connessa alla momento storico di pandemia globale in cui viviamo, dove ciò che manca è proprio il respiro quando si è infettati dal Covid-19.

Credevamo che questa pandemia avesse reso tutto il mondo più umano, invece lo scopriamo ancora una volta dis-umano.

Anni di battaglie per l’inclusione polverizzate, annientate, da un virus che non ha cura, il pregiudizio.

Il pregiudizio si insinua nelle menti, di generazione in generazione, diventa normalità di vita ed esclude.

Nel corso della storia il pregiudizio che sia di natura fisica, religiosa, condizione sociale o condizione di disabilità, ha sempre creato ”esclusioni” .

La Hope Running onlus, che fa dell‘inclusione il suo obiettivo principale, non può essere indifferente a questo grido.

Il nostro motto è ”insieme si vince sempre”, oggi dovremmo aggiungere qualcosa altro per essere ancora più espliciti.

”Insieme si vince sempre se ci si mette il cuore, senza odio, senza pregiudizi, insegnando alle nuove generazioni non solo con con le parola ma anche con i gesti.

La Hope Running non è semplicemente correre insieme alle persona con disabilità. E’ correre per donare speranza, è il cuore che batte per ogni essere umano fragile.

La fragilità non ha un colore, non ha un limite, non ha religione, politica e sesso. La fragilità è Umana e la Hope Running, aderendo a questo urlo di dolore, dichiara la sua volontà di restare sempre accanto a chi ” non può respirare”

Questa pandemia ci ha fatto toccare con mano la fragilità di ogni singola persona, non riusciamo più a essere gli stessi, siamo cambiati.

Corriamo” accanto a ogni essere umano che ha un cuore che batte per la speranza di non essere escluso, ma semplicemente amato e protetto dal virus dell’odio e del pregiudizio.

Maddalena Cenvinzo #TeamHope

da Diario di Resilienza: Hope Running

In questo insieme di storie, di come si vive la pandemia dovuta al covid-19 c’è anche il nostro diario, il diario di Resilienza della Hope Running

Noi siamo una ASD che si occupa di Sport Integrato con persone con disabilità

Siamo nati per vedere le persone fragili sorridere, per regalare sogni, gambe e polmoni a chi non può più correre.

La pandemia e il rischio del contagio ha sospeso ogni attività che facevamo con i nostri ragazzi. Eppure la Hope non è rimasta solo a casa a rispettare le regole, non ha cambiato la sua mission, l’ha estesa, perché tutti ci siamo scoperti ”fragili” in questa pandemia.

Noi della Hope non potevamo sottrarci a questa ”Fragilità” estesa a tutta la comunità locale e del popolo che soffre.

Abbiamo usato le nostre gambe un po di meno, i neuroni un po di più, il cuore è sempre lo stesso, batte per stare insieme tutti.

La Hope Running ha fatto rete per andare incontro a ogni tipo di ”Fragilità”: ogni giorno ha donato tempo, famiglia , energie, ognuno con i doni che ha. Abbiamo moltiplicato gli sforzi, ci siamo adattati a nuove esigenze, non solo ludiche ma anche sociali.

Continua a leggere

da Diario di Resilienza: Manuela

Riflessioni di Resilienza

In quarantena, in accordo con l’azienda per cui lavoro, decidiamo che per il mio benessere dal 10 marzo per me è meglio restare a casa. Siamo tutti a casa in famiglia! Io, il mio compagno, e i nostri figli. A volte siamo in 6, quasi sempre in 7 e al completo in 8. Il nostro spazioso cortile, gli spazi per ciascuno e la compagnia che si fanno tra loro e i 4 zampe sono una benedizione per noi . Questa quarantena che ha fermato tutta l’Italia ha fermato pure le nostre corse.

Ci siamo presi una “pausa forzata” dalla frenesia quotidiana. Persino il mio cane Alma non scappa più per le vie di Castelrosso!

Bisogna fare la spesa! Ma non si può uscire

Uno solo tra noi può uscire per fare la spesa ma ho paura, preferisco restare a casa! Provo a fare la spesa online nei supermercati ma numerosi sono i tentativi falliti: tutti i portali sono sopraccarichi. Immagino tantissime famiglie nella mia stessa situazione

Mio papà vive da solo a Chivasso! Vorrei poterle abbracciare e stargli vicino. Io non posso andare, lui non può venire. L’ansia cresce. Noi siamo in tanti, chissà se qualcuno di noi è stato in contatto con un “positivo asintomatico”. Non posso rischiare di ammalarmi, sono una mamma, e il mio medico che sa tutto di me mi ha richiesto la reclusione totale. Si resta tutti a casa!

Altri pensieri affollano la mia mente

I miei amici con attività commerciali nel chivassese inizieranno a soffrire questo disastroso guaio economico. Bisogna fare qualcosa anche per loro! Siamo tutti in difficoltà! Abbiamo tutti alcune esigenze vitali in comune!
Pubblico un post su “Cittadini di Chivasso” e parlo di spesa a domicilio: nessuno dovrebbe uscire! Troppo alto il rischio di contagio

La tecnologia e i social network vengono in mio aiuto. Creo subito un gruppo su Facebook. Bisogna unire le forze e devo cercare negozianti che portino la spesa a casa al mio papà e a tutti noi. Il gruppo si chiama #ioRestoaCasaChivasso. In pochissimi giorni siamo già ad 800 membri iscritti e molti negozianti ci danno la disponibilità. Si iscrivono e inseriscono un loro album affinché noi consumatori, velocemente e con semplicità riusciamo a fare l’ordine diretto e a riceverli a casa nostra.

Riesco a fare la spesa, e come me anche tante altre persone! Non serve uscire per andare al supermercato, giusto qualcosina per soddisfare le golosità della prole, faccio ordine online e vado a ritirare.
Ce l’ho fatta! Sto aiutando i negozianti e i cittadini come loro aiutano me, un meraviglioso circolo come la più potente banca al mondo, la “Banca dei Favori” che descrive Paolo Choelo nel “Lo Zahire

Che cos’è la Banca dei Favori?”

“Lo sai sicuramente. Ogni essere umano la conosce”

“E’ possibile. Tuttavia non riesco ancora a capire di che tu stia parlando”

“Era citata in un libro di uno scrittore americano. E’ la banca più potente del mondo. E opera in tutti i campi”.

“Io vengo da un paese senza tradizioni letterarie. Non potrei fare favori a nessuno”.

“Questo non ha importanza. Posso farti un esempio: io so che tu sei un personaggio destinato ad affermarsi, ad avere molta influenza, un giorno. Lo so perché, un tempo, ero come te: ambizioso, indipendente, onesto. Oggi non ho più l’energia di allora, ma intendo aiutarti perché non posso o non voglio sentirmi inerte: il mio sogno non è la pensione, bensì la lotta intrigante rappresentata dalla vita, dal potere, dalla gloria. Così comincio a fare versamenti sul tuo conto – depositi che non sono in denaro, ma in contatti. Ti presento a questa e a quella persona, facilito determinate trattative, purchè siano lecite. Tu sai che mi devi qualcosa, anche se io non chiedo mai niente”.

“E un giorno…”

“Proprio così. Un giorno, ti chiedo qualcosa: tu potrai rifiutarmelo, ma saprai di essermi debitore. Se farai ciò che domando, io continuerò ad aiutarti. Gli altri sapranno che sei una persona leale, effettueranno versamenti sul tuo conto – saranno sempre dei contatti, perchè questo ambiente vive di essi, soltanto di essi. Un giorno, chiederanno anche a te qualcosa, tu ascolterai e ricambierai chi ti ha aiutato. Con il passare del tempo, la tua rete si estenderà nel mondo, conoscerai quelli che avrai bisogno di conoscere, e la tua influenza aumenterà sempre di più.”

“Oppure potrò non fare ciò che mi chiedi…”

“Certo. La Banca dei Favori è un investimento a rischio, come qualsiasi altro. Potrai rifiutarti di farmi il favore che ti chiedo, pensando che ti ho aiutato perché lo meritavi, perché tu sei il migliore, e tutti abbiamo il dovere di riconoscere il tuo talento. Bene, allora io ti ringrazierò e chiederò a qualcun altro, sul conto del quale ho effettuato dei depositi. Ma, da quel momento, senza che ci sia bisogno di dire niente, tutti sapranno che non meriti alcuna fiducia. Potrai crescere ancora, sì, ma non fino al punto che vorresti. A un certo momento, la tua vita comincerà a declinare: sarai arrivato a metà, non alla fine, sarai mezzo contento e mezzo triste – non sarai né un uomo frustrato né un uomo realizzato. Non sarai né freddo né caldo: sarai tiepido, e, come dice un evangelista in uno dei libro sacri, le cose tiepide non colpiscono il palato.”

da “Lo Zahire” di Paolo Choelo

Continua a leggere

da Diario di Resilienza: Nancy

Mi chiamo Nancy e sono una persona che ha la fortuna di avere sempre accanto una presenza e un affetto costante : la famiglia e la Hope Running

Progetto #DistantiMaUniti

Sono una persona con sclerosi multipla. Con il passar del tempo ho imparato, insieme all’evolversi della mia condizione di persona con disabilità, a essere resiliente

Mio fratello mi ha donato sempre la speranza e la possibilità per poter credere in un futuro di “normalità” anche con la sclerosi multipla e con la mia disabilità

Con lui abbiamo imparato prima “a camminare” e poi “a correre” pur da seduti, in maniera diversa con la handbike

Continua a leggere