Volontariato : Matteo detto Scatto Matto

Mi chiamo Matteo, sono un volontario e ho il privilegio di  fotografare la gioia, la speranza di raggiungere un traguardo possibile per chiunque con disabilità o senza.

Oggi vorrei raccontare la Storia di Matteo , per gli amici Scatto Matto. Matteo è un volontario della Hope Running onlus.

Matteo con la sua voce limpida mi dice” Ho scelto di essere volontario perché ero e sono amico delle persone che hanno fondato la Hope Running onlus, il gesto iniziale è stato di amicizia ma in realtà non conoscevo perfettamente cosa avrei fatto e potuto dare a questa associazione aderendo al volontariato. Una scelta di istinto, un modo per dare una mano concreta ad amici che erano in difficoltà con l’insorgenza di una patologia che gli recava deficit fisici; ho aderito per questa ragione, ma con il tempo, il contatto con le persone con disabilità, la loro conoscenza, il loro slancio ma sopratutto la loro gioia e i loro sorrisi quando corriamo e arriviamo al traguardo,questo mi ha emozionato.” 

Matteo ha un hobby ed è la fotografia,  ha una famiglia , una moglie e due splendidi figli, fa un lavoro che è sempre proiettato all’altro ma essendo per passione un fotografo ama catturare gli istanti. Facendo volontariato ha trovato estrema gratificazione dirigere la sua passione artistica per la fotografia ai sorrisi delle persone che da volontario aiuta a correre. Infatti potremmo dire che Matteo è il direttore artistico degli scatti dei traguardi della Hope Running ma non è solo questo. Matteo frequentando e vivendo a contatto stretto con le persone con disabilità, inizia a guardarsi dentro e mi dice ”Sono una persona che volentieri passa il suo tempo libero sul divano o a tavola con gli amici, non avrei mai pensato che mi sarei trovato un giorno a correre o a camminare insieme a ad atleti professionisti, maratoneti e a persone con disabilità.”

Matteo è di poche parole ma dentro ha una sensibilità e anima che viene travolta non dalle persone, non dai loro limiti;  viene travolto e coinvolto nei momenti di gioia che vive insieme. Mi dice ” Sai quando corriamo insieme con le persone che hanno difficoltà e spingiamo ,mentre siamo concentrati sul percorso, – perchè i terreni, non sempre sono favorevoli alle ruote di una carrozzina- gli altri partecipanti ci sostengono durante la corsa,  perchè è chiaro ed evidente che insieme si arriva al traguardo ma siamo un pò più lenti.

”In realtà io ammiro le persone che aiuto a correre durante le gare, perché per me loro sono i veri eroi, ogni giorno hanno tante difficoltà concrete a vivere la quotidiana normalità che, per me è semplice ma per loro è più complicata .

In questo anno di volontariato, sono stato catturato dalla gioia che mi trasmettono, dalla gioia quando tagliamo il traguardo, dai loro sorrisi, dalle manifestazioni d’affetto per quello che fai volontariamente come una scelta.”

Matteo comprende che il gesto iniziale di essere volontario per amicizia adesso assume un altro valore, molto più profondo e vero: donare gioia, donare la possibilità, a chi non potrebbe in autonomia, di raggiungere un traguardo ed essere felice per il traguardo raggiunto.

Matteo è un volontario ma in realtà tutta la sua famiglia è coinvolta in questa scelta. Quando esce per le gare , lui coglie l’occasione che questi eventi possano essere anche un modo di stare in famiglia, quindi Matteo porta la moglie e i figli a correre con lui e insieme a tutti.

Matteo è una persona un pò introversa di carattere anche se ha la solarità di tutta la Sicilia , la natia terra da cui proviene. Matteo da introverso arriva pure a mettersi una parrucca e a fare il buffo solo per poter meglio gioire insieme alle persone con difficoltà.

Matteo attraverso il volontariato comprende meglio se stesso e inizia ancora di più ad appassionarsi a far sorridere e a donare la gioia, Matteo mi dice” Oggi non guardo più le persone con disabilità per i loro limiti ma le ammiro perchè io che volevo fare qualcosa di concreto per essere a loro di aiuto alla fine queste persone mi hanno dato di più, mi hanno fatto guardare dentro, mi hanno fatto alzare dal divano, mi hanno fatto uscire e vivere insieme alla mia famiglia momenti di condivisione all’aria aperta, faccio sport,  ho imparato a conoscerli e adesso non posso fare a meno di tutte le emozioni che mi regalano, ormai per me non sono più  fatica e persone con dei limiti, sono come parte di una grande famiglia e, come si fa con le grandi famiglie,  riunisco la mia famiglia alla loro.” 

Matteo mentre corre, spinge, fotografa e si diverte insieme agli altri mi dice ” Sai prima facevo le foto per partecipare a concorsi fotografici, per passione e da amante della fotografia artistica, adesso ho nuovi soggetti da fotografare, sono foto che non parteciperanno più ai concorsi ma sono scatti di emozione, di sorrisi. Per me catturare gli istanti in cui gioiscono per il traguardo appena percorso, gli attimi in cui corrono insieme ai volontari e la gioia che traspare nei volti, negli occhi, nei sorrisi, nei volti soddisfatti sono le sfide più emozionanti di un concorso fotografico.  Mettersi al servizio degli altri è non un dare ma un avere una gioia dentro, ” Perché fare del bene fa stare bene”. 

Mi chiamo Matteo, sono un volontario e ho il privilegio di  fotografare la gioia, la speranza di raggiungere un traguardo possibile per chiunque con disabilità o senza.

Maddalena Cenvinzo

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Chiara Varuzza Una ragazza ”Oltre”

Chiara è giovanissima ed fa parte della ASD Hope Running che ha partecipato anche a distanza al mio recente evento/kermesse culturale come una delle associazioni presenti alla mia mostra.

Chiara Varuzza ha un viso tondo , ha uno sguardo felice, soddisfatto, Chiara è in carrozzina ma corre come un’atleta grazie a coloro che la assistono in questa sua corsa.

Chiara è orgogliosa di ciò che è riuscita a essere oggi grazie proprio a chi l’ha resa felice, perché l’ha resa partecipe, perché l’ha resa ”inclusa sportivamente” in un mondo che ” esclude i perdenti”, in un mondo dove chi corre più forte vince contro tutti e vince una coppa per dimostrare a tutti di essere il migliore.

Quante volte avrei voluto vedere lo stesso sguardo in ogni giovane, ragazzo che pensa che essere su una carrozzina gli toglie il futuro e la speranza di gioire.

Chiara con una piccola domanda mi ha aperto un mondo di riflessioni, la prima mostrarsi se stessa, fiera di ciò che è nonostante un limite, si è mostrata non vittima della patologia o di una carrozzina ma Persona che vive con il sorriso la sua condizione perché è soddisfatta e amata ma sopratutto ama se stessa e i traguardi che raggiunge proprio con i suoi limiti fisici.

Il mondo non vuole vedere la ”felicità”, il mondo degli ”esclusi” e non ”inclusi” non vuole vedere sorrisi, perché la verità è che ognuno vuole nascondersi dietro al proprio dolore e farne un motivo di vanto, di soddisfazione, perché tutto e tutti non vogliono una persona su una carrozzina ”felice” la vogliono vinta, depressa e stanca!

Il vero coraggio è gridare davanti a tutti ”io sono in carrozzina ma raggiungo un traguardo come ogni atleta para-olimpico” solo che a loro è data la gloria e la fama ma alle persone che vivono la ”normalità” nella loro condizione, non viene dato niente se non essere scartati da chi è come loro e vive lo stesso disagio!

Chiunque vive una condizione non di libertà , potrebbe essere infelice, ma questo non appartiene solo al mondo delle persone con disabilità, appartiene a ogni umanità che abita questa terra.

La felicità è correre essendo se stessi, avendo il coraggio e la voglia di sorridere per ogni piccolo traguardo che si supera! la felicità è ammettere i propri limiti e accettarli ma andare avanti con coraggio a credere nelle proprie possibilità, nelle proprie abilità residue che ci permettono di essere noi stessi e vivere la nostra banale, intensa, emozionante vita!

La vera felicità, il vero coraggio è mostrare il sorriso e un viso e dei momenti che parlano di se stessi e delle proprie vittorie. L’inclusione attiva passa dal cuore, non dallo ”scarto”, non dalla commiserazione, passa dalla voglia di riscatto e rivincita che solo chi ha il coraggio di essere se stessi, fino in fondo, Sorride di felicità!

La vera felicità esiste solo se si è conosciuto il vero, dilaniante dolore, la felicità esiste se prendiamo il nostro dolore e lo facciamo vivere, esultare e accendere di gioia con le nostre perdite accanto, con i nostri difetti, con i nostri limiti.

Il sorriso di Chiara Varuzza dovrebbe essere su ogni tabloid nazionale e internazionale, dovrebbe avere gli stessi spazi che danno a personaggi di calibro internazionale, perché Chiara Varuzza ha lo stesso fuoco di un atleta para-olimpico e prende le stesse medaglie e raggiunge gli stessi obiettivi, con il sorriso e con il cuore di chi corre accanto a lei e la sostiene.

Maddalena Cenvinzo